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Quella di Vincenzo è la storia di una rinascita. Perché Vincenzo compirà due anni il prossimo maggio e grazie alla competenza e all’instancabile impegno delle persone del Meyer ha cominciato la sua nuova vita. ?
Vincenzo è nato con una grave atresia dell’esofago e la prospettiva, per lui, era quella di affrontare una trachetomia.
Quando è arrivato al Meyer da Napoli, sua città natale, era intubato e non aveva mai respirato ma i medici sapevano che ce l’avrebbe fatta.
A entrare in azione sono stati i dottori Roberto Baggi, responsabile di Endoscopia Respiratoria Pediatrica e Stefano Avenali, allora Responsabile della Rianimazione Cardiorespiratoria Pediatrica: sono stati loro ad applicare lo stent tracheale che ha permesso a Vincenzo di cominciare il suo lungo percorso verso una autonomia nella respirazione.
L’esperienza al Meyer, per tutta la famiglia, è stata assolutamente positiva.
“Siamo stati accuditi in modo egregio, sotto tutti i punti di vista – ha detto la mamma – mi è stato permesso di stare sempre accanto a mio figlio. I medici e gli infermieri mi hanno sempre spiegato tutto e mi sono stati vicino, dando prova di un’umanità non comune. “
“Siamo stati accuditi in modo egregio, sotto tutti i punti di vista – ha detto la mamma – mi è stato permesso di stare sempre accanto a mio figlio.
I medici e gli infermieri mi hanno sempre spiegato tutto e mi sono stati vicino, dando prova di un’umanità non comune. “