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È una delle voci più esaltanti della narrativa inglese contemporanea, amatissimo nel Regno Unito e, ora, apprezzato anche in Italia. Si chiama Edward Carey ed è l’autore della saga degli Iremonger, un affresco surreale, e al tempo stesso molto realistico, di una periferia di Londra immersa in un’atmosfera dickensiana. Protagonisti assoluti, due bambini, assolutamente indimenticabili.
Lo scorso luglio questo scrittore ha trascorso, su invito del Centro Studi della Fondazione Meyer, una settimana all’interno dell’Ospedale pediatrico Meyer. È in assoluto la prima volta che uno scrittore ha la possibilità di sperimentare una residenza così particolare, vivere a fianco dei piccoli pazienti, delle loro famiglie e dei medici, respirare intensamente l’atmosfera dell’ospedale, confrontandosi con l’universo dell’infanzia, della malattia e della cura. Tutto ciò sarà certamente ispirazione per una delle sue prossime opere e, nello stesso tempo, il suo sguardo “diverso” potrà aiutare gli operatori del Meyer a essere più attenti e sensibili ai bisogni dei giovani malati.
Il Centro Studi della Fondazione Meyer ha come obiettivo prioritario la promozione di attività di tutela dei diritti dei bambini nel mondo e di approfondimento del vissuto della malattia; tiene particolare conto del delicato universo costituito dal bambino, dall’adolescente e dal nucleo familiare, alle prese con un'esperienza di grande fragilità psico-emozionale e sociale. “Il Centro è fortemente convinto – spiega Gianpaolo Donzelli – che la contaminazione del pensiero scientifico con quello umanistico e l’integrazione di altri soggetti culturali rappresentino strumenti signifi cativi di lavoro per gli operatori della sanità e del sociale, e siano alla base della crescita dell’attività assistenziale e formativa di tutti coloro che operano nel mondo dell’infanzia e dell’adolescenza”.
La Pediatria in particolare è una scienza che si basa su pratiche comunicative e narrative: ascoltare e partecipare alla storia di malattia di un bambino è un aspetto fondamentale della vita professionale del pediatra di ogni giorno. Ed è su questa linea, che prende corpo l’idea della residenza all’interno dell’Ospedale e la scelta di uno scrittore come Edward Carey. Nei suoi libri e soprattutto nelle sue illustrazioni, dimostra una grande capacità di entrare nei meccanismi di quel mondo che sta tra l’adolescenza e l’essere adulto, cupo, pieno di disagi; di saper esplorare e raccontare il confine tra normalità e patologia.