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Il team del dottor Lorenzo Genitori in collaborazione con la Sapienza di Roma ha rimosso una malformazione vascolare del tronco dell’encefalo di una bambina di 15 anni utilizzando una tecnica endoscopica mai usata prima in Italia per questo genere di anomalie e solo in altri due casi al mondo. I deficit sono stati recuperati completamente.
Firenze, 20 febbraio 2013 – È stato il primo del suo genere in Italia, il terzo nel mondo. Martedì scorso al Meyer il team diretto dal dottor Lorenzo Genitori, responsabile della Neurochirurgia dell’ospedale, ha eseguito con successo un intervento chirurgico su una bambina per rimuovere una grave malformazione vascolare dal tronco dell’encefalo utilizzando un approccio endoscopico assolutamente innovativo che ha consentito un recupero completo della paziente. NUOVO APPROCCIO ENDOSCOPICO. L’area sede della malformazione cavernomatosa, la regione pontina del tronco dell’encefalo, è stata raggiunta attraverso un approccio endoscopico trans naso sfenoidale e transclivale con un primo intervento. Questo ha permesso di raggiungere la sede della malformazione, che si era lesionata sanguinando e provocando danni neurologici, e di “svuotarla” del sangue. Fatto questo, due giorni fa è stato eseguito un secondo intervento, con il medesimo approccio e utilizzando una moderna tecnologia HD, grazie al quale si è potuto procedere alla rimozione della malformazione, recuperando completamente tutti i deficit che aveva causato. PRIMA VOLTA IN ITALIA. In Italia un’operazione del genere non era mai stata eseguita, almeno in età pediatrica. La malformazione non era affiorante all’esterno del tronco e dunque non era raggiungibile con l’approccio chirurgico standard. La lesione era inoltre localizzata in un distretto del cervello, la parte anteriore del ponte del tronco dell’encefalo, che è una vera e propria “centralina di comando” di tutte le nostre attività motorie e sensitive e dunque una zona delicatissima da raggiungere. Per questo l’approccio endoscopico trans naso sfenoidale si è rivelato fondamentale: ha consentito ai chirurghi di arrivare alla malformazione, senza danneggiare le zone circostanti, attraverso un primo passaggio dal naso allo sfenoide e da questo al clivus fino a raggiungere il “ponte”, la zona del tronco encefalico interessata dalla malformazione. DOPPIO TEAM. L’intervento è stato eseguito a doppio team, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma. Diretti dal dottor Genitori c’erano il dottor Federico Mussa e il dottor Mirko Scagnet del team della Neurochirurgia del Meyer. Con loro il dottor Filippo Giovannetti e il dottor Paolo Priore del team della Chirurgia Maxillo-Facciale diretta del professor Giorgio Iannetti della Sapienza. Il team neuro anestesiologico era formato dal dottor Leonardo Bussolin e dalla dottoressa Luisa Malafronte dell’UO di Anestesia e Rianimazione Pediatrica del Meyer. RECUPERO COMPLETO. La piccola, 15 anni, era arrivata alla Rianimazione del Meyer in coma due mesi fa, con un’emiparesi e difficoltà respiratorie causate dal sanguinamento della malformazione che, per le sue caratteristiche, se non trattata chirurgicamente sarebbe stata destinata a risanguinare provocando in questo modo danni neurologici permanenti. La bambina ha invece recuperato completamente i deficit neurologici causati dal cavernoma e la risonanza post- operatoria non mostra né complicanze, né residui lesionali.