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A.B. Florence sostiene la Fondazione Meyer da oltre 15 anni, ma è negli ultimi 4 che ha inserito il sostegno alla Fondazione Meyer nel percorso strutturato di “impresa amica”, attraverso un’erogazione liberale oltre agli auguri solidali per i propri clienti in occasione del Natale.
Alle origini dell’azienda c’è la passione di un mastro pellettiere in un antico palazzo di Firenze, Luciano Ricci. Nel 1945 apre la sua bottega artigiana in via Guicciardini per creare oggetti preziosi con passione, cura dei dettagli e attenzione alla qualità delle sue pelli. Nel 1992, nasce AB Florence portando quest’arte nel futuro e trasformando la bottega in un progetto imprenditoriale internazionale, che oggi conta 130 dipendenti.
"Volevamo dare il nostro contributo a una realtà che fosse importante per il territorio e il Meyer ci è sembrata la struttura ideale in questo senso. Questa scelta è stata anche apprezzata dalle persone che lavorano nell’azienda: tra i dipendenti infatti ci sono tante famiglie con bambini che hanno avuto bisogno dei professionisti del Meyer, anche con problematiche gravi e hanno sempre trovato una risposta. La beneficenza è un qualcosa che fa bene a chi la riceve, ma anche a chi la fa. Quando si dona qualcosa senza aspettarsi niente in cambio si dà il via a un percorso virtuoso: è bello gioire dei progressi di qualcosa che si è contribuito a creare. Ed è bello anche avere la certezza che il proprio contributo viene sempre destinato al raggiungimento dell’obiettivo prefissato all’inizio. E questo con la Fondazione Meyer è sempre accaduto".
"Volevamo dare il nostro contributo a una realtà che fosse importante per il territorio e il Meyer ci è sembrata la struttura ideale in questo senso.
Questa scelta è stata anche apprezzata dalle persone che lavorano nell’azienda: tra i dipendenti infatti ci sono tante famiglie con bambini che hanno avuto bisogno dei professionisti del Meyer, anche con problematiche gravi e hanno sempre trovato una risposta. La beneficenza è un qualcosa che fa bene a chi la riceve, ma anche a chi la fa.
Quando si dona qualcosa senza aspettarsi niente in cambio si dà il via a un percorso virtuoso: è bello gioire dei progressi di qualcosa che si è contribuito a creare.
Ed è bello anche avere la certezza che il proprio contributo viene sempre destinato al raggiungimento dell’obiettivo prefissato all’inizio. E questo con la Fondazione Meyer è sempre accaduto".
Brunella Gabbrielli, Managing Director