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Neurochirugia, primo intervento con il robot

Neurochirugia, primo intervento con il robot

7 Settembre 2016

Uno staff competente e preparato e un robot neurochirurgico all’avanguardia, capace di eseguire interventi di altissima precisione: è così che il Centro di Eccellenza di Neurochirurgia del Meyer diretto dal dottor Lorenzo Genitori è riuscito a curare una paziente di 17 anni con una gravissima forma di epilessia resistente ai farmaci.

Il sistema robotizzato dedicato alla neurochirurgia stereotassica ha permesso di realizzare un intervento complesso di Stereoelettroencefalografia (SEEG) in modo rapido e sicuro: 7 elettrodi intracerebrali applicati in meno della metà del tempo che avrebbe richiesto un casco stereotassico tradizionale.

A condurre l’operazione è stato il neurochirurgo Flavio Giordano, coadiuvato dai colleghi Regina Mura, Barbara Spacca e Massimiliano Sanzo, in collaborazione con l’équipe del Centro di Eccellenza di Neuroscienze diretto dal professor Renzo Guerrini: i neurologi Carmen Barba e Federico Melani.

Tra i protagonisti di questa operazione che sposta i confini a vantaggio del piccolo paziente, c’è anche la Fondazione Meyer che, con un impegno economico di 700 mila euro, ha rinnovato le dotazioni tecnologiche del blocco operatorio dell’Ospedale pediatrico fiorentino, donando il robot neurochirurgico, un nuovo sistema di neuronavigazione e un sistema di monitoraggio e stimolazione neurofisiopatologica.

Utilizzando il robot stereotassico in sala operatoria il neurochirurgo ha la possibilità di intervenire in punti precisi, anche profondi, con precisione, migliorando la sicurezza degli interventi. “Già nella sua prima applicazione - spiega il dottore Flavio Giordano - il robot ha consentito di realizzare un intervento molto complesso in modo più agevole, e con maggiore precisione e accuratezza.

Riguardo alle altre possibili applicazioni, il robot consente di effettuare un ampio spettro di procedure neurochirurgiche funzionali come l’impianto di elettrodi per la stimolazione cerebrale profonda (DBS), ma anche procedure neuroendoscopiche, biopsie cerebrali e molte altre applicazioni cliniche e di ricerca”.

Grazie alla donazione della Fondazione Meyer è possibile disporre da oggi di un sistema di
neuronavigazione di ultima generazione che - grazie a sofisticate tecnologie di rilevamento, software di calcolo molto precisi, un’apparecchiatura ecografica compatta ed uno schermo ad alta risoluzione - è in grado di assistere e supportare il team di neurochirurgia nella pianificazione degli interventi con estrema
precisione, permettendo inoltre all’equipe di seguirli momento per momento sui monitor della sala operatoria.